E se ... dall'interruzione di Bressana si fosse imparato a guardare oltre?
- Angelo Marinoni
- 24 ago
- Tempo di lettura: 2 min
L'interruzione del ponte ferroviario di Bressana sul Po ha causato non pochi disagi e ha comportato una programmazione emergenziale estremamente discutibile. Sono sorte polemiche ben superiori al normale mugugno genovese e brusio delle altre terre. In questa circostanza si sono evidenziati tutti i limiti più perniciosi del regionalismo ... si è venuto a creare un contesto kafkiano in cui ogni regione è corsa a modo suo ai ripari cercando tracce sui binari disponibili e considerando i propri treni proprio come tali e pretendendo di non fare fermate intermedie. Cosi' fra Milano e Genova abbiamo assistito a improbabile bus sulla A7, ad ancora più improbabile RV che da Genova hanno tirato dritto su Alessandria e Mortara saltando sia Novi che Alessandria per inserirsi sulla linea lomellina e ... saltando anche San Cristoforo attestandosi a Rogoredo, impiegando comunque due ore, costringendo i genovesi ad attraversare tutta Milano in transito saltando tutte le fermate di metro utili a partire da San Cristoforo che è la prima che si trovano su quell'itinerario e che con M4 è connessa ovunque. Uno schiaffo ai territori attraversati anche perchè la linea Alessandria - Mortara - Milano Porta Genova, meritevole di ben diverso riguardo, è già compromessa dal binario unico.
Si poteva fare qualcosa di diverso?
Secondo noi si e con un esercizio cadenzato regolare, con tempi non disdicevoli rispetto a quelli poi realizzati e soli sette materiale si costruiva una relazione che poteva anche essere un banco di prova per il nostro progettoy, ma soprattutto per nuove connessioni fra Lombardia e Liguria dove per Lombardia si intende anche l'alessandrino e la sua quota di Piemonte orientale.
Abbiamo modificato ben poco della attuale pianificazione della Mortara - Milano e abbiamo inserito dei treni veloci.
Riducendo il numero di treni non abbiamo messo sotto stress l'infrastruttura come il grafico delle tracce del binario unico dimostra, abbiamo costruito un sistema eterotachico a due velocità sulla tratta a binario unico, tre sulla tratta a doppio binario da Albairate a Porta Romana confidando e ipotizzando in una certa capacità di assorbimento della S9.
Il nostro sistema regionale in due ore avrebbe portato da Principe a San Cristoforo, usando complessivamente sette convogli.
In figura 1 il quadro orario

La programmazione ospitante sostanzialmente non è sconvolta, anzi si vede integrata in un ampio contesto di collegamenti, sulla Liguria si inserisce un servizio orario su Milano che è ambizione del protocollo recentemente siglato, si inserisce anche un servizio veloce che appare reggere l'infrastruttura considerando il grafico di figura 2

Ci sono discreti spazi per ammortizzare perturbazioni sia sulla traccia lenta che sulla tratta veloce e ci sono ampi spazi di implementazioni per servizi integrativi.
Considerando gli attuali investimenti si dimostra ancora una volta come una visione di rete non regionale funzioni molto meglio e consenta esercizi più efficaci a parità di materiale.
Abbiamo fatto un esercizio di enigmistica visto che le cose sono andate diversamente e che le visioni regionali appaiono, anche alla luce delle recenti intese, più somme di interessi locali che non una visione di rete complessiva.
Fare un po' di scienza applicata resta un esercizio utile per stimolare la discussione e evidenziare prospettive.
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